Dal stasera 15 maggio su Rai1: la fiction “Vivere non è un gioco da ragazzi” svela la realtà sulla droga

Da stasera 15 maggio su Rai1 inizia la fiction Vivere non è un gioco da ragazzi, un family drama ideato e sceneggiato da Fabio Bonifacci che affronta un tema molto delicato “specie per una prima serata sulla rete ammiraglia”: la droga.

Un racconto su un gruppo di ragazzi e dei loro genitori, dove viene affrontato come tema centrale limpossibilità di fuggire a sé stessi, sovrapposto a quello delle droghe, viste comeun pretesto per raccontare come non si possa fuggire da noi stessi.

Vivere non è un gioco da ragazzida stasera 15 maggio in tre prime serate ogni lunedì su Rai1.

In arrivo da stasera su Rai1: Vivere non è un gioco da ragazzi

Da stasera 15 maggio su Rai1 prende vita la fiction Vivere non è un gioco da ragazzi. Un family drama, come lo definiscono da quelle parti, che racconta di un gruppo di ragazzi e dei loro genitori.

Fabio Bonifacci, ideatore e sceneggiatore, lo definisce “non una serie di denuncia, ma una descrizione della realtà”. Un tema centrale della storia è l’impossibilità di fuggire a sé stessi, a cui si sovrappone quello delle droghe, viste come “un pretesto per raccontare come non si possa fuggire da noi stessi”.

Autori e protagonisti: un’approfondita descrizione del tema

Incontrando la stampa, Bonifacci ha dichiarato che “la droga è comprare la felicità a 20 euro ed è anche bello, bisogna dirlo. Noi raccontiamo anche tutto il resto, i danni che provoca, non solo fisici ma alla propria vita emotiva”. Un concetto ribadito da una professoressa presente nella serie, secondo cui “il contrario della droga è la verità”.

Un modo per descrivere come senza cliché o retorica il mondo degli adulti e contemporaneamente quello dei giovani. Una situazione che lo sceneggiatore definisce “vecchio modello di autorità genitoriale è finito, ma ne serve un altro. Mi sembra che la colpa sia un sentimento ancora più universale dell’amore e dell’amicizia”.

Protagonisti: Stefano Fresi e Nicole Grimaudo

Protagonista della serie è Stefano Fresi, padre in difficoltà economica, a cui non viene pagato un lavoro importante ed entra in crisi insieme alla moglie, interpretata da Nicole Grimaudo. Fresi ha dichiarato che “sono una famiglia molto unita”, ma che quando accade un fatto eclatante l’equilibrio può venire meno in un attimo, se interviene un problema non economico ma sconosciuto, come la droga.

Grimaudo, invece, ha ribadito come abbia subito provato empatia immediata per questa madre e moglie, sottolineando come “non sono personaggi, ma persone”.

Un lavoro di anni per raccontare le famiglie italiane

Vivere non è un gioco da ragazzi è stato un lavoro di anni, diretto da Rolando Ravello. Che ha descritto la serie come un tentativo di raccontare le famiglie italiane senza cliché o retorica, ribadendo come “non volevamo insegnare niente a nessuno, abbiamo affrontato una problematica cercando di riflettere su cosa stia succedendo ai nostri figli.

Credo che la famiglia sia la cosa più importante”. Un messaggio forte, che si focalizza sull’importanza di recuperare il dialogo con i figli, perché “le droghe sono diffusissime e costano pochissimo, non mettiamo la testa sotto la sabbia, ma affrontiamo la questione. I nostri figli vivono soli e si sentono senza supporto, non hanno neanche gli ideali che per noi erano importanti”.