Perché non dovresti mai togliere la peluria bianca da arance e mandarini

Mandarini

L’inverno è il periodo migliore per gustare gli agrumi, che a differenza della maggior parte della frutta che conosciamo matura proprio nei mesi freddi. Gli agrumi a nostra disposizione in inverno sono moltissimi: dai noti limoni al meno conosciuto bergamotto, passando per il pompelmo, il pomelo, il kumquat, il cedro, il chinotto…

I frutti più noti e maggiormente reperibili restano però le arance e i mandarini, e rappresentano un’importante risorsa per affrontare la stagione fredda in buona salute.

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Il ruolo di questi frutti nella nostra salute

Svolgono un ruolo prezioso tutto l’anno: ci aiutano a prevenire influenze e raffreddori, rafforzando il nostro sistema immunitario grazie al pieno di vitamina C, utile anche a fissare il ferro che assorbiamo attraverso altri alimenti.

Dal 1932 la loro efficacia contro lo scorbuto è stata scientificamente dimostrata, anche se sin dai tempi antichi i navigatori avevano intuito che questa patologia fosse legata alla carenza di frutta e verdura fresche. Si manifestava con anemie, macchie cutanee ed emorragie, nei casi più gravi.

Oggi sappiamo che bastano 20 gr di arancia al giorno per prevenire questa patologia, che nei suoi sintomi meno gravi causa affezioni del cavo orale, come gengive gonfie e sanguinanti, perdita dei denti o minore stabilità degli stessi, artrite, tremori, ma anche sintomi neurologici come depressione ed isteria.

L’importanza di consumare arance e mandarini interi

Insomma, già solo per questo varrebbe la pena di consumare questi frutti ogni giorno, almeno durante il periodo invernale di cui sono protagonisti.

Ma vediamo il motivo per cui è bene consumare questi frutti senza rimuovere la parte bianca. Infatti, mentre rimuovere la buccia è sempre consigliato, in quanto si tratta della parte esposta a trattamenti effettuati sia in campo che in magazzino, la parte bianca non presenta controindicazioni, ma addirittura vantaggi. Questa componente che molti chiamano “peluria” si chiama albedo , che in latino vuol dire albus, cioè bianco. Ha una consistenza fibrosa e sapore amarognolo, motivo per cui molti la scartano rimuovendola addirittura con il coltello, a rischio di sacrificare anche parte della polpa arancione.

L’importanza della peluria bianca di arance e mandarini

La consistenza, dicevamo, è indice della composizione stessa della albedo: è infatti ricca di fibre, utilissime per regolare l’attività intestinale, tenendo in questo modo a basa anche il livello di zuccheri nel sangue.

L’alta presenza di fibre lo rende anche un alimento saziante, quindi perché non considerare le arance un vero e proprio contributo al pasto? Magari inserendole all’inizio invece che alla fine, utilizzandole in insalata insieme a finocchi ed olive nere: un antipasto poco noto ma molto interessante.

Contiene anche bioflavoidi, importanti per preservare la corretta circolazione sanguinea e la salute dei capillari.

Ricordati di queste informazioni la prossima volta che terrai un arancia o un mandarino tra le mani!

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