Tina Anselmi era la prima dei quattro figli di Ferruccio Anselmi e Norma Ongarato. Il padre era originario di Padova e aveva aderito al socialismo, mentre la madre era figlia di un imprenditore agricolo. La famiglia di lui osteggiò il matrimonio a causa della differenza di estrazione sociale ma Maria Bendo rimase ben presto vedova con tre figli.
Tina Anselmi ha rappresentato un esempio di forza e coraggio nella vita in politica e nella sua ultima battaglia contro la malattia. Nata come una giovane donna sfidare l’ostracismo e gli stereotipi di genere, ha saputo conquistare posizioni di rilievo nella storia italiana, arrivando ad essere la prima donna a ricoprire il ruolo di Ministro in un governo italiano.
Tina Anselmi è una figura indimenticabile nella storia della nostra nazione. Il suo ricordo rimarrà impresso nella memoria di tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di conoscerla, di apprezzare le sue qualità e di trarre ispirazione dal suo coraggio. La sua vita è un esempio per tutti, una testimonianza della forza della donna italiana.
Origini e formazione di Tina Anselmi
La nonna, caparbia e indipendente, ebbe una grande influenza sulla giovane Anselmi. Durante la seconda guerra mondiale la famiglia si trasferì in Piemonte. Dopo la liberazione, Tina Anselmi si iscrisse alla Democrazia Cristiana e partecipò alla Resistenza, assumendo il nome di battaglia di “Gabriella”. Nel 1948 si laureò in lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, divenendo poi insegnante elementare.
Tina Anselmi: dalla Resistenza alla carica di ministro
Tina Anselmi, grazie alla sua passione e al suo coraggio, ha fatto la storia diventando la prima donna ad ottenere la carica di ministro della Repubblica Italiana. Durante la seconda guerra mondiale, l’ingresso nella Resistenza e la partecipazione attiva al partito Democrazia Cristiana hanno sancito l’inizio della sua carriera politica. La sua figura è stata fondamentale per le conquiste sociali e politiche delle donne italiane.
L’impegno politico di Tina Anselmi
Tina Anselmi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha intrapreso l’attività sindacale in seno alla CGIL e CISL. È stata dirigente del sindacato dei tessili dal 1945 al 1948, e del sindacato degli insegnanti elementari dal 1948 al 1955.
Dal 1958 al 1964 ha ricoperto la carica di incaricata nazionale dei giovani nella Democrazia Cristiana e nel 1963 è stata eletta componente del comitato direttivo dell’Unione europea femminile, divenendo Vicepresidente nello stesso anno. Nello stesso periodo è entrata a far parte anche del consiglio nazionale dello Scudo Crociato.
Tina Anselmi, dal 1968 al 1992, è stata deputata nella circoscrizione Venezia-Treviso ed è stata membro di importanti commissioni quali quella dei Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. La Anselmi si è molto battuta per i diritti delle donne ed è sua merito la legge sulle pari opportunità.
Tre volte sottosegretaria al ministero del lavoro e della previdenza sociale, nel 1976 è stata la prima donna ad essere ministra del lavoro e della previdenza sociale in Italia.
Inoltre, nel 1975 ha presieduto la delegazione italiana alla World Conference on Women promossa dall’ONU a Città del Messico, partecipando anche ai successivi eventi di Nairobi e Pechino. Sempre nel 1975 è stata uno dei primi firmatari della legge italiana che sanciva l’uguaglianza salariale tra uomo e donna.
Tina Anselmi è stata ministra della sanità nei governi Andreotti IV e V ed è stata lei, in qualità di Ministra della Salute, a firmare la Legge 194 per l’interruzione volontaria della gravidanza. Nel 1979 ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, ritirando dal mercato farmaci inutili o addirittura pericolosi.
Infine, nel 1984 ha denunciato di aver subito tentativi di corruzione per un valore di 32 miliardi di lire. La sua candidatura è stata proposta più volte durante le elezioni per il Capo dello Stato, a testimonianza del suo impegno politico.
Tina Anselmi e il ruolo nella Commissione P2
Nel 1981, durante l’VIII legislatura, Tina Anselmi venne nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli. L’incarico le fu affidato da Nilde Iotti, Presidente della Camera, e la stessa Anselmi accettò senza esitazioni.
Essendo l’unica donna della Commissione (composta da altri quaranta membri), la Anselmi inaugurò la metafora della doppia piramide per descrivere le gerarchie della loggia P2. Tale incarico le causò non poche critiche e la portò ad un crescente isolamento politico, anche da parte del suo stesso partito.
Nel maggio del 2010, il direttore del giornale Il Piave, su mandato di Gelli, le propose un incontro, ma l’incontro non ebbe luogo per motivi di salute.
Impegno sociale di Tina Anselmi
Tina Anselmi venne presa in considerazione da politici e società civile per la carica di Presidente della Repubblica. Nel 1992, il settimanale Cuore sostenne la sua candidatura e nel 2006 un gruppo di blogger la appoggiò con una campagna mediatica. Inoltre, furono enunciate le “Dieci ragioni” per candidare Tina Anselmi al Quirinale.
La Anselmi si impegnò anche fuori dagli incarichi politici, per promuovere una cultura di pace e di giustizia sociale. Inoltre, esaltò il ruolo della donna nella politica e nella società, contribuendo alla creazione della Legge sulle pari opportunità.
Nel 2004, la Anselmi promosse la pubblicazione del libro Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta, di cui scrisse l’introduzione e un saggio.
Un’icona d’Italia scomparsa
Tina Anselmi, un’icona della politica italiana, ci ha lasciato nella notte del primo novembre del 2016. L’ex Ministro, affetta da Parkinson dal 2001, è stata colpita anche da un ictus che ha peggiorato ulteriormente la sua condizione di salute. Le esequie si sono tenute il 4 novembre presso la Cattedrale di Castelfranco Veneto, dove è stata seppellita nella tomba della famiglia.